Come state oggi? Io sono davvero distrutta, questa settimana è davvero lunghissima. Mi sembra iniziata due secoli fa! Sarà il tempo ballerino che non sopporto o le duemila ore davanti al pc ma arrivo sempre a casa con un mal di testa fotonico e la voglia di rintanarmi sotto le coperte. Per fortuna siamo alla fine e le letture riescono come sempre a distrarmi un po’. Oggi vi volevo parlare del romanzo di Jeremy Jackson, Più veloce dei ricordi uscito per la Giunti qualche settimana fa…
IL LIBRO: PIÙ VELOCE DEI RICORDI
IL MIO PENSIERO
Quest’anno sembra essere l’anno delle novità e della scoperta di nuovi autori. Ho scoperto già alcuni titoli interessanti ai quali aggiungo molto volentieri Più veloce dei ricordi di Jeremy Jackson. Non conoscevo l’autore e a prima vista il romanzo non mi ha incuriosito più di tanto ma una volta letta la trama mi sono detta che non dovevo “giudicare il libro dalla copertina” e che assolutamente avrei dovuto dargli un’opportunità.
Sono quindi partita con questa lettura un po’ a rilento e un po’ titubante, non sapevo cosa aspettarmi e non ero convinta al 100%, quindi le prime pagine le ho lette davvero lentamente.
Partendo proprio dall’inizio la trama del romanzo rivela già quello che troveremo nelle prime pagine. Veniamo introdotti nella storia il giorno in cui per Kevin cambia tutto. Il pullmino della scuola con i ragazzi di atletica finisce nel fiume mentre ritornano a casa dopo una gara, ma Kevin non viaggiava sul pullmino al ritorno e quindi si ritrova ad essere l’unico sopravvissuto alla tragedia e ad aver perso alcune delle persone più care che aveva.
Il modo in cui l’autore ci fa vivere questa tragedia non mi è piaciuto molto, l’ho trovato sbrigativo e anche se nelle pagine a seguire l’introspezione del personaggio di Kevin diventa protagonista, di primo impatto non mi ha trasmetto troppe emozioni.
Immergermi nella storia non è stato facile, sono lontana dal mondo in cui vive Kevin, non sono molto sportiva, lo ero di più da ragazzina ma comunque non sono mai arrivata ai livelli del nostro protagonista. Questo non mi è stato molto d’aiuto, ho faticato a capirlo e ho faticato a immedesimarmi in lui, il che ha reso la lettura lenta. Era comunque un argomento nuovo e alla fine l’ho trovato interessante e sono stata spronata a continuare a leggere la storia.
Al contrario il tema della perdita che permea tutta la storia è stato ben descritto e argomentato con delicatezza. Ognuno risponde a suo modo dopo aver subito un trauma così grande e anche se il mio è diverso da quello di Kevin in quei momenti sono riuscita a capirlo un po’ di più.
I personaggi mi sono sembrati tutti davvero molto reali, semplici e ben caratterizzati. Ma senza ombra di dubbio il nostro protagonista è il centro di tutta la storia, è il catalizzatore di tutto. Sono rimasta però molto colpita anche da Henny e da Jol che, in modo differente l’uno dall’altro, si presentano come ottime spalle per il nostro personaggio principale.
Forse non sono riuscita a farmi trascinare troppo anche per una scelta dell’autore che secondo me ha reso volutamente l’intera storia lenta, con uno stile semplice intervallato da dialoghi brevi che portano il lettore a soffermarsi e riflettere su quanto sta accadendo a Kevin.
Una storia sicuramente fuori dalla mia comfort zone. E se da un lato non mi ha trascinata con foga e fatto divorare pagina dopo pagina velocemente, dall’altro mi ha lasciato riflettere molto e mi ha convinta che forse posso dargli un’altra possibilità magari guardando anche il film tratto dal romanzo.
★ ★ ★ ☆ ☆
Ciaoooooo!!