Buongiorno wordbookiani!

Ma giornata non c’è qua fuori?? Qui sta diluviando!!!
Cercando di pensare positivo, settembre sta volando velocissimo e all’insegna di tantissimi novità libresche. La vita da blogger mi piace sempre di più!! ^_^ Il mal di gola non mi ha ancora lasciato, ma stiamo stringendo un buon rapporto. Lui mi lascia dormire la notte e io non mi imbottisco di farmaci.

Oggi però, sono felicissima di essere qui e presentarvi una tappa del blogtour All I need is romance, un blogtour molto particolare che vi presenterà dieci libri editi dalla Libro Aperto International Publishing. Iniziato il 7 settembre su Il cibo della mente, si dividerà in dieci tappe che vi faranno scoprire ogni volta un romanzo diverso all’insegna del romance e alla fine tre fortunati vincitori si porteranno a casa una copia a scelta tra i romanzi presentati.

Ormai siamo in dirittura d’arrivo e già sette romanzi sono passati sotto il vostro sguardo attento di lettori. Ma per ricapitolare e vedere cosa ci aspetta dopo, vi lascio il calendario con tutte le tappe e vi ricordo che cliccando sul nome del blog a destra sarete riportati alla loro tappa:

Il cibo della mente
Ti presento il mio Ex
Dreaming fantasy
Manhattan beach
Leggendo romance
Nothing serious
Oh ma che ansia
La sottile visione dell’altalena
I love wropping
Tutta colpa di quella dannata bottiglia di vodka
The book thief
Il più grande amore della mia vita
Voglio essere sommersa dai libri
Lo specchio del tempo
Words of books
Le parole che restano
Le lettrici impertinenti
L’amore è dolce
Il club delle lettrici indipendenti
Tre minuti di me series
Le parole che restano
di Antonella Senese
Editore: Libro Aperto International Publishing
Grafica: Catnip Design
Pagine: 182
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: 12,50 €
Formato: Cartaceo
Data d’uscita: 28 giugno 2012
Link acquisto: libroapertointernationalpublishing.com
Trama:
«E allora scrivi, scrivi e ancora scrivi. Perché non c’è più nessuno disposto ad ascoltare.»
Chiara è una ragazza fragile e insicura che fatica ad accettare se stessa. Rimane in disparte, emarginandosi dal resto del mondo, trovando conforto solo nel confidare i suoi pensieri più intimi ai suoi diari. Abbandonata dalla madre quando era ancora una bambina, Chiara risente della sua assenza e avverte su di sé tutto il peso del rifiuto. Soffre di crisi d’ansia e di attacchi di panico che non le permettono di interagire con il mondo esterno, del quale sente di non fare parte. Intrappolata in una realtà che non le appartiene decide di fuggire dal suo passato e si rifugia in Irlanda, dove pone le basi della sua nuova vita con accanto una persona che la ama. Quando finalmente Chiara crede di poter ricominciare, qualcosa la riporterà indietro e la costringerà ad affrontare i demoni del suo passato.
Antonella Senese
Nata a Napoli, vive a Dublino con il compagno e due splendidi bambini. Autrice, editor, traduttrice e divoratrice di libri, ha conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere per la Comunicazione Multimediale e un Master in Editoria.
Nel 2011 ha fondato la casa editrice Libro Aperto International Publishing, che pubblica autori emergenti e non in lingua italiana e in lingua inglese.
Ha pubblicato i romanzi Un attimo eterno da rivivere all’infinito (2010) e Le Parole che restano (2012), il manuale Piccolo manuale per scribacchini (2012) e il saggio breve Non chiamatemi Anto (2013). Nel 2014 pubblica Empty Words, traduzione del romanzo Le parole che restano, destinato al mercato inglese e Tre minuti di me. Nel 2015 pubblica Tre minuti solo per me e I miei tre minuti per te, ultimi due capitoli della serie Tre minuti di me.
Appassionata di letteratura inglese, amante della musica e dipendente dal caffè, trascorre le sue giornate in un piccolo villaggio a Nord di Dublino, cercando ispirazione per le sue prossime storie.
Potete incontrare Antonella su Facebook | Twitter | Instagram
o potete visitate il suo blog e il suo sito web!

• RECENSIONE •
Letta la trama di questo romanzo ero un po’ preoccupata che, durante la lettura, mi sarei potuta sentire un po’ triste e che la protagonista non facesse al caso mio. Invece, pagina dopo pagina, mi sono riscoperta molto più simile di quello che credevo a Chiara e la lettura è proseguita senza nessun intoppo, senza nessuna sensazione di tristezza anzi l’emozione che ho provato di più leggendolo è stata la speranza.

La speranza che la situazione difficile, in cui si trova Chiara, si trasformasse con il tempo in un ricordo, la speranza che riuscisse a combattere la sua ansia. Non so dirvi se mi sia capitato per destino, ma questa tematica mi sta molto a cuore e trovarmi tra le pagine di questo libro mi ha fatto davvero bene.
Il personaggio di Chiara è unico, sopratutto per l’introspezione psicologica che riesce a darle l’autrice. È una persona forte nelle sue debolezze, che non vuole pesare sugli altri e che cerca di tenere nascosta l’ansia che la divorata tutti i giorni.

Chiunque soffra di ansia cerca una via di fuga, un modo per rilassarsi. Una volta mi hanno insegnato il training autogeno che penso funzioni molto bene e, a differenza di Chiara, non ho mai pensato di scrivere i miei pensieri su un quaderno, ma ho adorato il fatto che per lei fosse anche quella una via di fuga. Un posto dove tenere tutte le sue emozioni, lontano dal giudizio degli altri che per anni aveva temuto, una “medicina” che si è trasformata in passione, perché le parole erano sempre state dentro di lei.

Amava la lettura perché in esse vedeva una via di fuga da una realtà che non le aveva mai regalato grandi emozioni, ma che avrebbe potuto vivere attraverso i personaggi che popolavano i libri.
Spesso fingeva di fare parte della narrazione, di compiere le stesse azioni dei protagonisti, di vivere sentimenti nuovi che non facevano parte del suo mondo reale.

Questo personaggio, durante lo sviluppo della trama, avrà modo di crescere, di conoscersi e di cercare un punto di svolta. Il merito è in parte di Simone. L’ho apprezzato molto, non deve essere facile stare vicino a una persona che cerca di tenerti lontano per paura di soffrire e perché non riesce ad aprirsi, che nonostante si sia instauro un bel rapporto ha sempre la tendenza ad allontanarsi. Simone ce la fa, e credo che questo percorso sia servito anche a lui per crescere e maturare.

Ho trovato la storia molto vera e la facilità con cui si fa leggere il romanzo mi ha emozionato. Sarà difficile non entrare in sintonia con Chiara, vi consiglio caldamente questo romanzo, ne sarete soddisfatti!!

Il mio giudizio: 4.5/5

★ ★ ★ ★ ½

Intervista all’autrice

Visto che questo romanzo mi ha colpito molto e vorrei scoprirne di più, in questa tappa del blogtour abbiamo modo di approfondire il libro attraverso le parole dell’autrice che è stata davvero carina ad accettare di essere intervistata da me ^_^
CIAO Antonella, e grazie mille per avermi concesso questa mini-intervista. Prima di incominciare con le domande sul romanzo, inizierei con il conoscerti meglio, che ne dici?

Ciao Clarissa, grazie a te per la disponibilità.
Non è facile parlare di se stessi e a me risulta doppiamente difficile perché sono una persona riservata e introversa, ma farò del mio meglio. Quello che posso dirti è che sono iperattiva, faccio tante (troppe) cose a cui però non potrei mai rinunciare; vado sempre di corsa e cerco di dividermi tra famiglia e lavoro e che per me resta sempre pochissimo tempo; che vorrei che ogni giorno ne contenesse sette e che come si può immaginare, i libri sono la mia vita.

COSA ti ha spinto a intraprendere la vita da scrittrice e quali autori ti hanno influenzato maggiormente?

Ho sempre letto tantissimo, fin da bambina, ma non pensavo anche di scrivere. Ho amato e amo Jane Austen alla follia, credo di aver letto i suoi libri decine di volte durante il corso degli anni, quindi direi che lei mi ha sicuramente influenzato tantissimo, così come i classici in generale. Durante gli anni di studi di letteratura ho divorato mattoni su mattoni e mi piaceva, sempre di più. Tra i miei autori preferiti ci sono sicuramente la Austen, Dickens e Marquez; tra i contemporanei devo dirti che provo un’adorazione infinita per Cecelia Ahern. Per quanto riguarda la scrittura, un giorno ho cominciato a buttare giù qualcosa, pensieri, racconti, che sono diventati qualcosa di più con il tempo. E non ho più smesso. Si può dire che è stato tutto molto naturale.

IN questa tua opera la protagonista affronta un viaggio da Napoli a Dublino. Dalla tua biografia si legge che anche tu hai fatto questa scelta, cosa ti manca di Napoli e a cosa, invece, non potresti rinunciare di Dublino?

Napoli sarà sempre la mia città, ma sono andata via tantissimi anni fa e conservo pochi ricordi, più che altro legati all’infanzia. Prima gli studi, poi il lavoro e la voglia di scoprire e vedere cose nuove, mi hanno portata a vivere in diversi posti e a spostarmi di frequente. A volte mi sembra di non avere radici. Però quando sono stata per la prima volta a Dublino ho capito che questo era il mio posto. Non potrei più andare via. Per me Dublino è libertà, è essere se stessi, è conoscere gente sempre nuova che proviene da ogni parte del mondo. Si respira un’aria di vita, di voglia di vivere e di comprensione verso il prossimo. Dublino mi ha dato quel senso di appartenenza che mi mancava e ora non potrei più rinunciarci.

QUANDO parlo con un’autrice, sono sempre curiosa di conoscere cosa ci sta dietro la creazione di un romanzo. Come è nato “Le parole che restano”?

Il romanzo è nato da un forte disagio interiore che mi accompagna da molto tempo e che ho sempre nascosto, un po’ per la riservatezza cui ti accennavo, un po’ perché si ha sempre paura di non essere capiti. Arrivata però a un certo punto, avevo bisogno di tirare fuori tutto, di scavare a fondo e di comprendere me stessa e quello che mi spaventava. Per me ha rappresentato un percorso terapeutico, quasi una cura, quindi posso dirti che è nato inizialmente come sfogo personale. Scriverlo mi è costato molto, ma oggi sono felice di averlo fatto.

IL personaggio di Chiara mi ha colpito molto e devo dire che mi ci sono ritrovata almeno un pochino. Prima di essere messo su carta, come si è sviluppato questo personaggio? Era già nella tua mente o ha avuto bisogno di un po’ di lavoro?

Il personaggio di Chiara è stato ovviamente il primo a nascere. Una ragazza come tante, che puoi incontrare ovunque. Un personaggio realistico in cui potersi immedesimare. Avevo ben chiaro in mente come rappresentarla su carta, partendo dalla sua fragilità e dalle sue paure, decidendo di ideare per lei un percorso tortuoso, certo, ma che potesse portarla all’accettazione di sé e della vita, guidandola, quasi prendendola per mano, verso qualcosa di nuovo e d’inaspettato che le regalasse una seconda possibilità. Credo fermamente nelle seconde possibilità e volevo che il mio personaggio avesse la sua occasione di riscatto e di rinascita.

NEL romanzo Chiara, per sfogarsi dall’ansia scrive sulle pagine di un quaderno tutti i suoi pensieri, hai mai tenuto un diario anche tu?

Avevo molti diari, ne ho sempre avuti. Scrivere su carta i miei pensieri è stato uno sfogo, anche se mi rendevo conto che non mi aiutava nel mio rapporto con gli altri. Ancora oggi preferisco scrivere quello che provo in un determinato momento piuttosto che aprirmi con chi mi sta accanto, credo sia una cosa comune a molte persone. Trovo comunque l’avere un diario molto utile, rileggere cosa si provava in un momento particolare, rivivere alcuni attimi della propria vita attraverso le tue stesse parole ti fa capire molte cose e ti aiuta magari a non commettere più gli stessi errori.

QUESTE parole, molte volte si traforammo in poesie che, abilmente, hai riportato all’interno della storia. Come mai questa scelta?

Le poesie sono la vera essenza della protagonista, i suoi pensieri più intimi. Ho pensato che questa scelta potesse donare alla storia qualcosa di diverso e che potesse aiutare il lettore a capire il suo stato d’animo in modo delicato, quasi a voler entrare nella sua anima in punta di piedi.

IL tema di questo romanzo è molto delicato, l’ansia che attanaglia Chiara la limita un po’ in tutto e se per il lettore “Le parole che restano” scatenano diverse emozioni, per te quali sono stati i momenti più complessi da scrivere?

I momenti più difficili per me sono stati quelli in cui Chiara viveva dei veri attacchi di panico. Mentre li scrivevo sentivo sulla mia pelle le stesse emozioni e la cosa mi ha anche bloccata per un po’ di tempo, tanto che il romanzo è rimasto a metà per molti mesi. Forse avevo solo bisogno di tempo per poter scrivere di queste problematiche serenamente e in modo da non angosciare troppo il lettore. La mia più grande paura era di non riuscire a parlarne in modo abbastanza delicato o non troppo pesante, rendendo la lettura del romanzo spiacevole o lenta.

C’È qualcosa di te nascosto tra le pagine di questo romanzo?

C’è qualcosa di me in tutti i miei romanzi, mi piace dare ai protagonisti delle mie caratteristiche o un tratto della mia personalità, o magari un’abitudine o un modo di dire. A piccole dosi, e non sempre ai personaggi femminili. C’è molto di me in Chiara, più di quanto volessi o mi aspettassi, ma è successo molto spontaneamente: solo scrivendo mi sono resa conto di quanto potesse somigliarmi.

COME descriveresti il tuo libro in un’unica parola?

Intimista.

PER concludere, ci puoi svelare qualche progetto futuro?

Scrivo sempre, nonostante il poco tempo a disposizione cerco di ritagliarmi delle ore notturne per potermi dedicare solo alla scrittura, quando tutti dormono e in casa regna il silenzio. Cerco di scrivere qualche pagina ogni giorno, anche se magari il giorno seguente cancello tutto. Ho dei romanzi terminati che sono lì, in attesa che arrivi il momento per loro, perché c’è un momento giusto per ognuno di loro. Ora sto lavorando a un progetto a cui tengo tantissimo, anche se devo essere sincera, dopo aver terminato la serie “Tre minuti di me” mi sentivo svuotata e anche un po’ stanca. Ci vorrà ancora un po’ di tempo perché il nuovo lavoro veda la luce, spero il prossimo anno.

Regole e Giveaway finale

Alla fine di questo blogtour ci sarà una sorpresa per voi, verranno estratti tre vincitore che potranno scegliere uno tra i dieci romanzi presentati da portarsi a casa.
Le regole per partecipare sono queste che vi ripropongo qui sotto. Vi basterà compilare il form Rafflecopter che abbiamo preparato:

OBBLIGATORIO:

  • Seguire i blog che partecipano al blogtour + 3 punti
  • Mettere mi piace alla pagina della Libro Aperto International Publishing + 3 punti
  • Commentare tutte le tappe + 2 punti
  • Partecipare all’evento su Facebook (lo trovate qui) e condividerlo, magari taggando qualche amico + 2 punti
  • Condividere il BT su twitter taggando @libro_aperto + 3 punti

FACOLTATIVO ma apprezzatissimo:

a Rafflecopter giveaway

Allora cosa ne pensate? Vi abbiamo incuriosito un po’? Fateci sapere nei commenti!!!
Vi aspettiamo al prossimo appuntamento, il 25 settembre, sul blog Le lettrici impertinenti.
Ciaooooooooo ^_^