Buongiorno wordsbookiani!
Come state? Quest’oggi vorrei iniziare la giornata con questo post chiacchiericcio. Ho avuto il piacere di fare qualche domanda a Sara Rattaro sul suo ultimo romanzo: Uomini che restano edito da Sperling & Kupfer. Mi piace molto come scrive quest’autrice e purtroppo non sono riuscita a partecipare ad una presentazione di questo romanzo, così ho pensato di porle qualche domanda e visto la sua gentilezze eccovi qui come è andata…

 

IL LIBRO

Uomini che restano UOMINI CHE RESTANO
di Sara Rattaro


Editore: Sperling & Kupfer • Data d’uscita: 13 febbraio 2018
Formato: Cartaceo • Prezzo: € 16,90 • Pagine: 264


TRAMA:
All’inizio non si accorgono nemmeno l’una dell’altra, ognuna rapita dal panorama di Genova, ognuna intenta a scrivere sul cielo limpido pensieri che dentro fanno troppo male. Fosca e Valeria si incontrano per caso nella loro città, sul tetto di un palazzo dove entrambe si sono rifugiate nel tentativo di sfuggire al senso di abbandono che a volte la vita ti consegna a sorpresa, senza chiederti se ti senti pronta.Fosca è scappata da Milano e dalla confessione scioccante con cui suo marito ha messo fine in un istante alla loro lunga storia, una verità che per anni ha taciuto a lei, a tutti, persino a se stesso.
Valeria nasconde sotto un caschetto perfetto e un sorriso solare i segni di una malattia che sta affrontando senza il conforto dell’uomo che amava, perché lui non è disposto a condividere con lei anche la cattiva sorte.
Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un’amicizia vera, di quelle che ti fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che senza preavviso ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. Ti porta a perderti, per ritrovarti.Ti costringe a dire addio, per concederti una seconda possibilità. Ti libera da chi sa soltanto fuggire, per farti scoprire chi è disposto a tutto pur di restare al tuo fianco: affetti tenaci, nuovi amici e amici di sempre, amori che non fanno promesse a metà.

 

INTERVISTA A SARA RATTARO

D: Molte volte c’è qualcosa di lei in quello che scrive. Sarei curiosa di sapere quanto di lei c’è in questo romanzo?
R: Non racconto mai di me perché non credo nell’autobiografismo. Quello che racconto perché la conosco molto bene è una generazione e la sua diseducazione sentimentale.
 
D: Come è nato “Uomini che restano”?
R: Sono due storie che si sono incrociate. Entrambe in realtà, nascono dalla somma di diverse storie ascoltate negli anni. Le ho sintetizzate e fatte incontrare. È scattata la scintilla giusta.
 
D: Ha scelto Genova come ambientazione, oltre al fatto che è la sua città, c’è un altro motivo per cui l’ha scelta?
R: È la mia città e non ne avevo mai parlato prima. È giunto il momento giusto. Io ero abbastanza matura come autrice per renderle giustizia, lei aveva atteso abbastanza per capire che facevo sul serio.
 
D: Nel romanzo si parla di abbandono e solidarietà femminile, quanto è stato difficile trattare questi argomenti?
R: Non sono argomenti difficile da trattare, fanno parte della vita come l’amore, il dolore e l’amicizia. Fare lo scrittore non significa insegnare la vita a qualcuno, significa raccontarla.
 
D: Allo stesso tempo quanto è stato difficile entrare nel personaggio di Lorenzo?
R: Ho raccontato un personaggio che si trascina dietro il dolore più grande, quello di non poter essere se stesso. Ho ascoltato tante storie come quella di Lorenzo. Non è stato difficile, è stato illuminante.
 
D: L’omossessualità viene vissuta in modo diverso dai personaggi, vuoi spiegarci i diversi punti di vista?
R: Sono i punti di vista che incontriamo se decidiamo di affrontare questo argomento ad una qualsiasi cena tra amici. Non tutti la penseremmo nello stesso modo e i vari punti di vista dipendono dalla nostra educazioni, da quello che ci hanno insegnato, dalle esperienze che abbiamo avuto e da quanto abbiamo voglia di metterci in discussione o cambiare idea.
 
D: Tra i personaggi di questo romanzo quale è stato più complesso da creare?
R: Ognuno ha avuto la sua dose di difficoltà e di studio. I personaggi complessi prevedono un’attenta osservazione e una spiccata pignoleria al dettaglio, solo così, usciranno dalle pagine.

 

È stato un piacere poter scoprire qualcosa di più su questo romanzo.
E voi cosa mi dite? Lo avete già letto?
 

Clarissa