Come state? Prima di iniziare il fine settimana, oggi, sono felice di lasciarvi questo post chiacchieroso dove ho avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Olivia Crosio sul suo ultimo romanzo: Quando mi sei accanto edito da DeA Planeta Libri. Giusto ieri vi ho lasciato il mio parere sulla lettura con la recensione e oggi approfondiamo la conoscenza di questo libro proprio grazie alle parole dell’autrice…
IL LIBRO: “QUANDO MI SEI ACCANTO”
INTERVISTA A OLIVIA CROSIO
R: Ciao, grazie a te per l’interesse. Io sono milanese, ho 60 anni e sono ho sempre lavorato come traduttrice (Il Diario di Bridget Jones, Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop e tanti altri). Come autrice ho esordito nel 2007 con un romanzo per adolescenti (Solo in città, Fanucci) e questo è il mio sesto libro.
D: Come è nato “Quando mi sei accanto”?
R: È nato un po’ come una sfida, volevo rendere l’idea di come le stesse vicende raccontate da punti di vista diversi diventino in realtà storie completamente diverse. Poi mi sono trovata alle prese con 3 personaggi, tre modi di ragionare, tre linguaggi… a un certo punto mi sono chiesta se non fosse un’impresa al di là delle mie possibilità, ma è proprio il tipo d’impresa che mi attrae, e così ho perseverato e alla fine ecco qua il risultato.
D: “Quando mi sei accanto” non è il suo primo romanzo, come è stato scriverlo? Ha un iter per tutti i suoi romanzi o la stesura di quest’ultimo è stata differente?
R: Io parto sempre da un personaggio (in questo caso 3) e da una situazione iniziale (3 rospi veri in un giardino immaginario, insomma). Quello che succede dopo non lo so nemmeno io, lo capisco scrivendo. Quando inizio, non so come andrà a finire. Ormai mi sono resa conto che le storie si sviluppano da sole sulla base di come iniziano, delle caratteristiche dei personaggi e degli inconvenienti che capitano lungo la strada, esattamente come nella vita. Mi diverto di più così che non ad avere una trama già fissa con un finale prestabilito. La difficoltà stavolta è stata che questi 3 protagonisti li ho seguiti per un arco di 30 anni, da quando erano giovani e ancora “indefiniti” fino ai loro 50 anni circa, e quindi anche il loro modo di affrontare la vita cambiava negli anni.
D: I personaggi di “Quando mi sei accanto” hanno vite che si intrecciano tra loro ma allo stesso tempo sono molti diversi gli uni dagli altri. Lo si sente molto nell’approcciarsi a ogni capitolo con il loro punto di vista. È stato difficile riuscire a passare da uno all’altro mentre scriveva?
R: All’inizio sì. Poi, via via che le loro rispettive personalità si andavano formando, le differenze si sono fatte molto più nette anche nella mia testa ed è diventato più semplice farli parlare. Perché il romanzo è tutto in prima persona, a 3 voci però. Credo che questo faciliti molto la lettura, perché ho potuto essere molto più schietta e vivace.
D: Quale personaggio è stato più facile creare e quale più difficile?
R: Il più facile è stato Alex, perché è il più definito. Tutti conosciamo un Alex, un bello e dannato, o qualcuno che un po’ gli assomiglia. Caratterizzarlo è stato molto semplice. Alex non poteva che essere così (intelligente, irresponsabile, manipolatore, assolutamente fascinoso). A Chicco avevo deciso di affidare il compito di far ridere, per non tradire del tutto i lettori dei miei romanzi precedenti, quindi l’ho messo in situazioni strambe e lui, poverino, è perennemente isterico. Chiara è stata la più difficile, perché neppure lei sa bene chi è. Vorrebbe essere in un certo modo, ma non ne ha mai del tutto il coraggio e questo le impedisce di essere felice. Oltre a tutto oscilla di continuo tra due poli e in certi momenti è davvero imperdonabile.
D: Ho letto che è maestra di sci e ultra-runner e mi sono domandata se molte delle camminate intraprese da Alex siano frutto di una sua esperienza personale. Ha mai fatto uno di quei percorsi?
R: Assolutamente sì, i percorsi li ho fatti tutti e infatti sono descritti con abbondanza di particolari. Questo è fondamentale per essere credibili. I luoghi citati (Courmayeur, Vernazza, anche Valencia), sono molto conosciuti e non potevo permettermi errori. Sono persino andata in sopralluogo con una guida alpina nella zona del Bianco per scegliere il crepaccio giusto in cui far cadere l’inglese. È stato divertente, poi la guida ha corretto tutto il capitolo, il suo zampino si vede e lui è anche un personaggio del romanzo, anche se non parla.
D: A quale tipo di lettore consiglierebbe il suo romanzo?
R: Questa è una domanda difficile. Io in realtà leggo generi molto diversi, quindi non credo che esista un romanzo tipo per un lettore tipo. Diciamo che lo sconsiglio a chi vuole guardare il mondo solo attraverso le lenti rosa, perché qui le ingiustizie, le cattiverie e i disastri ci sono e non sono né filtrati, né edulcorati, né “romanzati”. Mi associano al genere femminile, com’è giusto che sia, ma ho già ricevuto commenti positivi da qualche uomo… anche se tutti tendono a riconoscersi in Chicco, il bravo ragazzo. Alex dove sei?
D: Un’ultima domanda, se dovesse descrivere “Quando mi sei accanto” in tre parole, quali userebbe?
R: Duro, vero, scarno.
Grazie!
Grazie a te per aver risposto a tutte le mie domande!
E voi cosa mi dite? Lo avete già letto?